Come già annunciato nel mio ultimo post, oggi vi parlerò di Heather Findlay e, in particolare, del gruppo in cui occupava, fino a poco tempo fa, il ruolo di cantante. Ha collaborato con i Blackmore's Night (di cui vi parlerò prossimamente) e con Arjen Lucassen per l'album The Human Equation. Dopo l'ultimo tour dei Mostly Autumn, avvenuto nel 2009, ha iniziato una carriera da solista.
I Mostly Autumn sono una band inglese. Il loro genere è rock progressive, anche se spesso si lasciano andare e ci regalano dei momenti di splendida tranquillità e delicatezza.
Chi di voi mi conosce sa bene che quando ascolto una canzone la voce ricopre un ruolo fondamentale: come per tutti gli strumenti musicali, non esistono due voci perfettamente uguali. Quando ascolto una voce che mi piace per qualche motivo (vedi Candia Ridley o Sharon den Adel, di cui prima o poi vi parlerò...) non posso non soffermarmi e lasciare che le parole vengano sussurrate direttamente al mio cuore, come poesie.
Tornando a noi, i Mostly Autumn nacquero nel 1998 e da allora hanno avuto una carriera molto prolifera che conta ben 18 album. Il loro sound, come dicevo prima, tende ad essere molto tranquillo, pacato, rilassante. Spesso le loro canzoni somigliano a quelle che potreste sentire alla chiusura di una festa di paese, quando la maggior parte della gente si sente troppo rintronata e tutto ciò che vuole è rilassarsi. Non pensate male, la gente di cui sopra non è troppo ubriaca per rendersi conto della scarsa qualità della musica... vogliono veramente solo rilassarsi dopo una giornata estenuante.
Proprio a questo proposito vi parlerò dell'album la cui copertina apre questo post: Glass Shadows. Pubblicato nel 2008, ci presenta la band all'apice del suo successo con Findlay al comando, che duetta con un altrettanto bravo Bryan Josh. Le due voci, miste alla melodia di fondo, che tende spesso ad atmosfere mistiche, con chiare influenze celtiche, rendono quest'album un vero capolavoro. L'album si apre con Fireside e The Second Hand, canzoni con ritmi lenti e cadenza definita, sembrano voler in qualche modo ipnotizzare l'ascoltatore con frasi sussurrate e ripetute. Arriva poi Flowers for Guns (di cui trovate una versione live alla fine del post), che alza lievemente il tono della musica, la rende più onirica e delicata, più intrigante. La splendida voce di Heather poi ci accompagna in Unoriginal Sin e Paper Angels, dove l'ambiente sembra diventare quello di un bar anni '20, con la cantante sul palco che ci guarda con lo sguardo di chi sa farti innamorare solo con il pensiero. Tearing at the Faerytale, invece, torna su un'atmosfera più ipnotica, pacata e tranquilla grazie alla voce di Josh. Above the Blue è praticamente la ninnananna che tutti vorremmo sentirci sussurrare nell'orecchio prima di andare a dormire, mentre Glass Shadows (da cui prende il nome l'album) ricalca maggiormente lo stile rock-progressivo a cui appartiene la band. La voce di Josh qui è graffiante, profonda. L'album poi si chiude con Until the Story Ends e A Different Sky, in cui rientra l'influenza celtica di cui vi parlavo prima, sembra quasi di stare all'aperto, con la band che suona su una collina del Galles.
Personalmente devo ringraziare ancora una volta Arjen Lucassen (sì, è proprio questo che vedete qui a sinistra), che mi ha fatto conoscere Heather e che mi ha portato quindi a conoscere anche i Mostly Autumn, che altrimenti sarebbero rimasti in un piccolo angolo buio per chi, come me, vive in un paese in cui questo tipo di musica non ha un grande pubblico e quindi non passa mai attraverso i circuiti musicali più "popolati", come radio o televisione. Ringraziamo dunque la grande ragnatela mondiale che riesce a farci scoprire piccole e grandi cose, a volte tremende ma sempre e comunque interessanti ed istruttive.
Anche per oggi ho finito, non vi rimane altro da fare, se volete, che ascoltare Flowers for Guns, dei Mostly Autumn, e vedere se riesce ad allietare un po' la vostra giornata.
Ah, prima che mi dimentichi... ma qualcuno ha idea di che fine abbia fatto Jerc? Ha montato tutto ma non lo vedo in giro... è sempre troppo impegnato!
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