sabato 23 gennaio 2010

La Morte Aguzza

[…] Non è stato lanciato alcun allarme. Smentite le voci relative ad un attacco biologico. La malattia sembra essersi diffusa in tutto il mondo, contemporaneamente. In caso di allarme la popolazione sarà informata tramite ogni mezzo di comunicazione. Sono disponibili, per la regione, ventiquattro linee d’emergenza, i cui numeri scorrono in sovrimpressione. Le frequenze radio sono sottoposte a sequestro e destinate esclusivamente all’informazione in tempo reale […]”
“[…] Immediata la reazione della popolazione mondiale. Sedate numerose rivolte, spesso rendendo necessario l’uso della violenza. Si segnala lo stato di calamità naturale. […]”
“[…] Ripeto. La malattia si trasmette per via aerea e tramite contatto. I soggetti che riscontrano sintomi quali febbre, deformazione improvvisa di parti del corpo, in maniera particolare nell’arcata dentale superiore, sono pregati di contattare urgentemente uno dei numeri che scorrono in sovrimpressione. Ripeto. […]”
“[…] Non è ancora chiaro il modo in cui questa malattia si sia sviluppata. Ciò che è sicuro è il modo in cui agisce. Influenza vari cromosomi, alterando il ciclo vitale degli esseri umani. Non esiste nessun’altra malattia simile nel mondo animale. L’aspetto più complesso da comprendere è relativo all’improvvisa e repentina decadenza del corpo umano, una volta contratta la malattia. Il passaggio dalla febbre alta alle alterazioni fisiche è troppo repentino per poter intervenire in merito. La ricerca mondiale è focalizzata sullo studio del genoma in modo da creare alterazioni speculari ed inverse. Ciò non curerebbe il problema all’origine, ma potrebbe consentirci quantomeno di vivere […]”
“[…] Confermata la notizia della nascita di un bambino che presenta i sintomi della M829, ribattezzata Morte Aguzza. Il DNA del bambino è stato prelevato ed è soggetto alle analisi. E’ opinione dei maggiori esponenti della medicina mondiale che l’analisi del DNA di un portatore sano potrebbe essere la chiave per la codifica della malattia […]”
“[…] Numerosi gli scontri a fuoco negli Stati Uniti ed in Francia. Proteste ed atti vandalici in ogni altra nazione. I militari hanno ricevuto l’ordine di aprire il fuoco in caso di pericolo o presunto tale. I disagi sono iniziati immediatamente dopo la morte di Andrew, il primo ed unico portatore nato con la M829. I funerali si terranno domani in una cerimonia privata. Il governo americano ha messo a disposizione della famiglia un piccolo numero di soldati armati […]”
“[…] Cresce il disagio ed il numero di decessi causati dalla Morte Aguzza. La ricerca non ha ancora generato alcun risultato, soprattutto a causa dello scarso numero di medici e teorici a disposizione. E’ per questo motivo che, a partire da domani, in tutte le scuole di tutte le età saranno insegnate solo ed esclusivamente le basi per lo studio della M829. Disponibili inoltre sul web tutto il materiale informativo relativo allo studio. In caso di domande, risultati o semplici dubbi relativi alla ricerca, contattare il Ministero della Sanità ai seguenti indirizzi […]”

“E con questo la lezione di oggi è finita.”.
Anche oggi abbiamo finito. A dire il vero non ho capito granché della lezione, non sono mai stato molto bravo con questo genere di cose. Tu invece sei sempre stata più portata di me. Devo affrettarmi a chiedere spiegazioni al professore. È già in fase terminale. Ho sentito stamattina che la malattia non si trasmette per via orale ma solo attraverso il contatto e le radiazioni elettromagnetiche. Questo già lo capisco di più. Sapevi che il nostro cervello emette continuamente radiazioni elettromagnetiche? È inutile chiudere tutti i malati in una stanza, basterebbe che anche solo uno di loro fosse malato in un angolo sperduto di mondo per trasmettere la malattia a chiunque. Hanno parlato anche di soppressione, ma si sono resi conto quasi immediatamente che non avrebbe portato alcun risultato. Il virus è comunque presente in tutto il mondo, sopprimere i malati equivarrebbe solo a diminuire ulteriormente il numero di persone in grado di studiare e ricercare soluzioni. La popolazione mondiale è già scesa sotto i due miliardi. Tra poco le città dovranno lasciar posto ai cimiteri. Ho sentito anche una teoria secondo la quale il virus non smette mai di agire, anche dopo la morte. Sembra vi siano delle alterazioni della struttura virale originale che riescono a propagarsi anche dopo la morte del corpo ospite. Mi chiedo se esista un limite a questa malattia o se qualche Dio abbia deciso di mettere fine all’umanità. In fondo non so se riuscirei a biasimarlo completamente. 


Ti guardo mentre rimetti a posto i tuoi appunti. Chissà cosa stai pensando adesso. Nella nostra classe oltre a noi due non ci sono molte altre persone sane. Dobbiamo stare attenti a qualsiasi cosa facciamo, il rischio di contrarre la malattia aumenta in proporzione agli sforzi fisici effettuati o al calare dell’apparato immunitario. Questo vuol dire che, se dovessimo prendere un raffreddore, avremmo almeno il 60% di probabilità in più di contrarla. Per questo indossiamo queste tute. Anche se si è capito che i respiratori non servono a nulla, ci fanno ancora indossare questi caschi, in modo da mantenere costante la temperatura corporea. Non ricordo più cosa vuol dire avere l’influenza, ma so che se provassi di nuovo la sensazione di febbre e mal di testa, probabilmente sarei ad un passo dalla morte. 


Oggi hai qualcosa che non va. Solitamente hai sempre fretta di parlare con il professore, vuoi sempre arrivare alla fine della giornata con il massimo dei risultati possibili. Hai raggiunto la mia classe quattro anni prima. Sei un genio, paragonata a tutti noi. Io probabilmente entro la fine del mese sarò trasferito in una classe sperimentale relativa allo studio dell’influenza elettromagnetica della M829. Questo vorrà dire che non potremo più vederci tanto spesso. La cosa mi fa star male al solo pensiero, ma se riuscissimo a trovare una soluzione a tutto questo magari potremmo vivere una vita normale, come quella di cui ci hanno raccontato i nostri genitori. È tutto quello che sappiamo di loro, in fondo. Non ho mai finito di leggere i diari di mia madre. Il mio tra l’altro lo sto trascurando sempre di più. Bella eredità che lascerò ai posteri. Dicono che quando sarà tutto finito i nostri diari saranno resi pubblici, in modo da non dimenticare mai quanto abbiamo vissuto. Vivere, in questo periodo, è un vero e proprio lusso. 


Rimani seduta ancora un po’. Aspetti che la classe si svuoti, metti a fuoco le domande che dovrai fare al professore. Cercherai di trarne il massimo profitto, anche stavolta. Ti osservo sempre quando sei assorta nei tuoi pensieri. Mi dai l’impressione di volare in un mondo immenso, senza confini. Incrocio i tuoi occhi, sorridi e mi chiedi cosa voglio. La mia risposta è sempre la stessa. Niente. Mi hai già dato tutto. E’ il mio turno di parlare con il professore. Mi sta spiegando di nuovo cosa diamine sia il coefficiente di ripartizione sangue/gas del desflurane. Mi stai guardando, adesso. Hai la solita espressione di quando sai che dovrai spiegarmi con termini più umani quello che lui sta ripetendo in un linguaggio arcano. Poi volti lo sguardo. Cos'hai?


Ora tocca a te parlare con il professore. Sembri stanca. La giornata è stata fin troppo stressante, me ne rendo conto. Come se non bastasse, dopo la lezione ci aspetta un altro funerale. Quanti ne abbiamo visti negli ultimi due anni? Troppi. E vivere da soli non aiuta. Le città sono sempre più vuote e noi siamo due dei quattordici individui ancora sani, qui. Personalmente conosco solo i nostri due compagni di classe, ignoro chi siano gli altri dieci. Da quando tutto il nostro tempo è dedicato solo ed esclusivamente alla ricerca non ho più visto altre persone. Gli amici spariscono da un giorno all’altro, ed entrambi sappiamo qual è la causa. Non credo riuscirò mai ad abituarmi a questo. 


Il professore ha appena risposto alla tua ultima domanda, quando la Morte Aguzza se lo porta via. È orribile, ogni volta. Il suo corpo si accascia a terra, senza emettere alcun gemito. La pelle raggrinzisce, evapora. 
Tu rimani lì, ferma. Fai sempre così quando succede. Mi avvicino rapidamente e ti stringo con forza. Non vuoi distogliere lo sguardo, lo so. Ogni volta che succede è così. Adesso volti lo sguardo, i tuoi occhi incrociano i miei. Stai piangendo. Non riesci ad accettarlo, non sopporti la sensazione di impotenza che ci circonda. 
Corri via, lontana da me. Non ti rincorro, so che vuoi rimanere da sola. Tutto torna alla normalità in pochi minuti, come ormai siamo abituati a fare. Domani vedremo un volto nuovo che ci spiegherà le stesse cose. Non cambia nulla. Sappiamo come vanno le cose e non riusciamo ancora a cambiarle. Ma sono sicuro che insieme riusciremo ad ottenere qualche risultato. Lo so.


Ti ritrovo in un’aula vuota. Gli altri studenti sono andati tutti in biblioteca o a casa. Alcuni saranno già nei laboratori, tra esperimenti o verifiche; tu invece preferisci coltivare il tuo tempo, gestirlo come solo tu riesci a fare. Stavolta però sei diversa. Te ne resti seduta in un angolo della stanza, le braccia conserte. Non ricordo più come sei fatta, sotto quella tuta. Non riesco più a ricordare la morbidezza della tua pelle, la forma delle piccole cicatrici che porti sulle tue mani. So soltanto che mi stai aspettando. Mi avvicino a te, ma non vuoi che ti guardi. Tieni il volto nascosto tra le braccia. Non parli. Mi siedo al tuo fianco e rimango in silenzio. Ti abbraccio e tu mi stringi con forza. Il tempo passa, noi siamo sempre qui.
Adesso alzi lo sguardo, vuoi guardarmi. I nostri occhi si incrociano, parlano. Ti allontani lentamente da me ed inizi a togliere i guanti della tuta. Per un momento penso che tu sia riuscita a leggere nella mia mente, ma non sono tanto stupido. So già cosa è successo. Ho sempre saputo che prima o poi sarebbe accaduto. Rimango fermo, impietrito. Togli il respiratore e lasci che i tuoi lunghi capelli ricadano sulle spalle. 


Il profumo che sento mi riporta alla mente innumerevoli ricordi. Vorrei urlare, vorrei convincermi che si tratti solo di un sogno. Ti volti e mi guardi. Sorridi, ma i tuoi occhi stanno piangendo. Ti avvicini a me, il profumo diventa ancora più forte, inebriante. Mi tendi la mano. Mi alzo, non riesco a smettere di guardarti. 
Sei bellissima. Con un piccolo gesto indichi i tuoi canini. E’ questo il motivo per cui la chiamano Morte Aguzza. All'inizio si pensava a semplici deformazioni, poi qualcuno parlò di vampiri, finché non ci furono i primi decessi. Ora nessuno si permetterebbe più di scherzare in merito. Riprendi la tua roba e ti siedi ad uno dei banchi liberi in fondo all’aula. Riprendi la tua vita. Togliere la protezione è il gesto compiuto da tutti i malati in fase terminale, ma ormai nessuno più rinuncia alla propria vita, alle proprie ricerche. C’è stato un periodo in cui le morti per suicidio superavano quelle della Morte Aguzza vera e propria. Tu sai bene tutte queste cose, sai benissimo che i tuoi studi sono molto importanti, sai che anche la più piccola scoperta potrebbe essere fondamentale. 


Rimango fermo a guardarti. Non so cosa fare. Prendi i tuoi appunti ed inizi a scrivere qualcosa. Poi mi guardi, mi dici di sedermi e fare qualcosa, di non perdere tempo. So cosa fare. Prendo i miei appunti e li sistemo sul banco a fianco al tuo. L'idea di vederti morire da un istante all’altro è insopportabile, ma so che il peso grava esclusivamente su di te, adesso. C’è anche un’altra voce sulla M829 che non è mai stata smentita e che è tutt’ora oggetto di studio di numerosi centri di ricerca. Non faccio altro che pensarci, mentre mi libero degli ultimi impedimenti. 


Mi siedo, sgrani gli occhi. Ti abbraccio. Vuoi allontanarmi, mi respingi con violenza ma sai anche tu che è già inutile. So che mi odierai per quello che ho fatto. Così come sai che senza di te io non riuscirei comunque a vivere. E allora ti calmi, mi abbracci a tua volta, come non facevi più da anni. In silenzio, il tuo calore mi riempie l’anima. Non riesco neanche a percepire il momento in cui la febbre passa e la deformazione dentale termina. Avviene tutto con una rapidità incredibile. È quello che avevo sentito. Due soggetti che abbiano contratto la malattia uno dall’altro hanno la stessa aspettativa di vita. Ho evitato il periodo dell’incubazione e della febbre alta, in questo modo. Tanto sarebbe successo comunque... e senza di te e le tue spiegazioni delle lezioni io comunque non riuscirei ad andare avanti con la ricerca. Probabilmente non accetterai mai la mia decisione, lo capisco dalle lacrime che ti rigano il volto. 
Mi guardi con compassione. 
Ti sorrido. 
Dici che sono un idiota, che avrei potuto fare delle scoperte incredibili. 
Rispondo che senza di te non sono niente. 
Mi ripeti che sono un idiota. 
Sorrido.


Non so quanto tempo ci resterà, ma so che sarà il tempo necessario. Nel nostro piccolo abbiamo portato avanti una ricerca che potrebbe produrre interessanti risultati. Forse riusciremo a dimostrare che la malattia può essere rallentata, se i test daranno un esito positivo. Non immaginavo che la struttura delle cellule malate divenisse così complessa. Non mi stupisco che i migliori scienziati si siano trovati inermi davanti ad una tale difficoltà. I progressi sono stati innumerevoli, abbiamo fatto grandi cose negli ultimi anni. Siamo in fase terminale da sole due settimane e sembra di aver già fatto passi da gigante. Tra noi non è cambiato nulla, tranne la consapevolezza che la clessidra di entrambi finirà la sabbia nello stesso istante. A volte mi sveglio durante la notte credendo di essere morto. In effetti non so come ci si sente ma so che lo scoprirò presto. Per il resto mi limito a sorriderti. 


Tu mi guardi e ripeti che sono un idiota. Io sorrido. Finalmente sorridi anche tu. Non l'hai più fatto da quando ho contratto la malattia da te. 
Sorridi e mi rendi felice. 
Sorridi e capisco che c’è qualcosa che ho bisogno di dirti, qualcosa che ho tenuto per troppo tempo nascosto nel profondo della mia anima. 
Chiudo gli occhi per cercare le parole giuste. 
Li riapro, continui a guardarmi e a sorridermi. Sorrido a mia volta. 
So cosa dire. Inspiro profondamente, sento l’aria necessaria a pronunciare le parole scorrere rapida nei miei polmoni, apro la bocca e...

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