giovedì 21 gennaio 2010

Avatar


Caratteristiche:
Titolo originale: Avatar
Durata: 166 minuti
Regia: James Cameron
Paese: USA
Genere: Fantascienza/Drammatico
Disponibile in 3D e IMAX 3D

La parola "Avatar" viene dal sanscrito (avatara in sanscrito vuol dire "discesa"), letteralmente rappresenta la "discesa" di una divinità all'interno di un corpo mortale. Nella letteratura di carattere religioso ci sono moltissime applicazioni di questo concetto (basti pensare a HorusZeus e ovviamente Gesù). Negli ultimi anni il concetto si è esteso al mondo videoludico, dove con la parola "avatar" si intende una rappresentazione "digitale" di un giocatore reale. In particolare, con l'avvento di giochi noti come MMO (Massive Multiplayer Online), tra cui sicuramente il più famoso è World of Warcraft, questo concetto è diventato parte integrante del linguaggio comune dei giocatori.
Il 15 Gennaio 2010 è arrivato nei cinema italiani il film che ha come nome proprio questo: Avatar.
Il concept del film è relativo proprio alla definizione della parola: ci troviamo in un mondo in cui la tecnologia è in grado di creare dei corpi "vuoti" in cui è possibile inserire la coscienza di un essere umano. Questi corpi sono molto simili, concettualmente, all'idea di avatar relativa agli MMO, con la differenza che questi non scompaiono quando il player (il "pilota", per così dire) vive la sua vita.
La storia che ci viene raccontata è quella di un ex-marine, Jake Sully (interpretato da Sam Worthington, nella foto a sinistra), che viene selezionato per il "progetto Avatar". Il suo compito sarà quello di calarsi nei panni (per essere più precisi nel corpo) di un esemplare di una specie aliena nativa del pianeta Pandora. Il suo scopo è quello di integrarsi nella comunità aliena del pianeta, in modo da svolgere attività diplomatiche. Gli esseri umani sono nettamente i "conquistatori", quelli che prendono ogni cosa con prepotenza, senza tener conto delle conseguenze delle proprie azioni. La divisione tra buoni e cattivi è dunque molto netta ed evidente: da un lato abbiamo i Na'vi (i nativi di Pandora), interessati soltanto al rispetto del loro pianeta e delle tradizioni; dall'altro lato ci sono gli umani, boriosi e avidi, giunti sul pianeta spinti esclusivamente da motivi economici. Lo scontro è prevedibile quanto inevitabile.

Il film è stato diretto da James Cameron, già noto per titoli quali Aliens, True Lies e, ovviamente, Titanic. Passerà alla storia per essere stato il primo film girato completamente con apparecchiature sofisticate in grado di imprimere sulla pellicola immagini stereoscopiche (ovvero è stato il primo film ad essere girato "in 3D"). Un'altra caratteristica tecnica consiste nel fatto che i Na'vi sono stati creati utilizzando tecniche di motion capture tali da permettere di "intrappolare" nelle versioni digitali degli attori anche i dettagli più piccoli e all'apparenza insignificanti. Il risultato è evidente fin dai primi minuti del film, soprattutto ogni volta che incrociamo lo sguardo di Neytiri (interpretata dalla bellissima Zoe Saldana, nella foto qui a destra, vista di recente in Star Trek).
Il film ha già vinto i premi del Golden Globe come miglior film drammatico e miglior regia ed è già al secondo posto tra i film che hanno realizzato il maggior numero di incassi nella storia del cinema, che va quindi ad aggiungersi ancora al successo di James Cameron (al primo posto c'è Titanic).

Cosa si può dire di negativo di questa pellicola che sembra aver stravolto l'immaginario collettivo?
Probabilmente l'aspetto negativo del film può essere riassunto in due aspetti: la "superficialità" di alcuni personaggi, in particolare il colonnello Miles Qaritch (interpretato da Stephen Lang), stereotipato al massimo come il marine "senza cervello" che sa fare solo una cosa nella vita: distruggere. Personalmente mi sarebbe piaciuto anche vedere una Sigourney Weaver più caratterizzata nel ruolo della dottoressa Grace Augustine, ma questa è un'opinione del tutto personale, in quanto sostenitore dell'attrice fin dal primo Alien. Praticamente i soli personaggi che crescono durante il film, cambiano e letteralmente vivono sono i due protagonisti. Il resto del gruppo rimane fermo nella propria posizione iniziale, come dei pilastri intorno a cui ruotano gli eventi.
L'altro punto a sfavore è in realtà una cosa che già si sapeva quando fu presentata l'idea del film, ovvero che la storia ha un'anima caratterizzata da un cliché vecchio di almeno ventisei anni, quando nel 1984 uscì Dune sul grande schermo. Lo stesso tema venne poi trattato nel 1992 con L'ultimo dei Mohicani e più di recente nel 2003 con L'ultimo samurai ed altri titoli meno famosi ma altrettanto intensi (ricordo ad esempio La principessa Mononoke, di Miyazaki). Anche con Avatar ci troviamo a vedere scontrarsi due civiltà, una delle quali insegue il progresso e la ricchezza materiale (divenendo quindi corrotta e crudele) mentre l'altra rimane legata alle tradizioni e alla natura (rimanendo equilibrata nelle sue fondamenta). Anche questa, quindi, è la storia di una persona che appartiene alla fazione dei "cattivi" e rimane affascinato dai "buoni" al punto da desiderare di diventare uno di loro. Nulla di nuovo da questo punto di vista.
Avatar rimane tuttavia un film molto interessante sotto molti aspetti. La storia ha dei ritmi serrati, che tengono lo spettatore attaccato allo schermo per tutti i 166 minuti della pellicola senza mai stancare. Personalmente non mi è mai capitato prima d'ora di riuscire a non distrarmi per così tanto tempo. I due protagonisti (Jake Sully e Neytiri) sono ben caratterizzati e profondi. L'evolversi del loro legame è qualcosa che non può non fare breccia anche nei cuori più duri, rappresentando la quintessenza delle relazioni amorose. I personaggi secondari, sebbene fermi nelle loro caratteristiche emotive, sono carismatici e coinvolgenti e contribuiscono a realizzare quel mix emotivo che rende questa pellicola un must see. Da vedere assolutamente.

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